Il ritorno di Andrea Masiello

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Masiello, sporco corrotto
Andrea Masiello l’uomo del derby, colui che prima avrebbe rifiutato la combine Bari – Lecce per paura di ritorsione da parte dei tifosi biancorossi e poi, stando alle verità processuali, avrebbe millantato di aver fatto volutamente l’autogol, ad una manciata dalla fine, per intascare il denaro promessogli da Carlo Quarta, emissario, secondo la giustizia, di Pierandrea Semeraro, è nuovamente libero di calcare i campi di calcio.
La notizia è passata velocemente e quasi in sordina sui vari giornali. Scontata la squalifica, si è detto, è giusto che possa giocare. In linea di principio nulla da eccepire. Ma sicuro che la squalifica sia stata equa e proporzionata? Perché in questo caso non si parla di un errore in un momento di debolezza e abbiamo visto squalifiche ben più lunghe per violazioni dei principi sportivi e di lealtà, meno gravi di questo.

Personalmente credo che tutti abbiano diritto ad una seconda possibilità quando sbagliano, ma quando il reato è reiterato, continuato e il soggetto non dimostra alcun reale pentimento (nel senso originale e più nobile del termine) allora questi due anni e cinque mesi di squalifica risultano un pugno in faccia per lo sport e per gli sportivi. E per i tifosi del Lecce che stanno ancora scontando una ben più lunga squalifica in Lega Pro per colpe non proprie, per quanti ancora credono che lo sport debba essere una “cosa” pulita.
Perché Masiello non è colui che ha sbagliato, che è caduto nell’errore, che non è stato abbastanza forte per resistere alla tentazione. No, è colui che ha manovrato, che ha diretto, che ha completamente falsato un intero campionato, per i propri interessi, solo per il proprio tornaconto personale, economico.
Insomma ha fatto tutto per soldi ed ha continuato a farlo fino alla squalifica. Ma evidentemente per la giustizia sportiva è più importante che abbia fatto i nomi dei complici e messo nero su bianco ciò che sapeva ad uso e consumo della Procura Federale (anche tra mille contraddizioni e ripensamenti) piuttosto che dare reale giustizia al calcio degli onesti.
Intanto, la notizia è che anche la curva dell’Atalanta ha espresso il suo disappunto sul ritorno del giocatore in nerazzurro. Per gli ultras bergamaschi ha pagato il conto con la giustizia ma “che ritorni a giocare nell’ Atalanta non è il caso”.
Per fortuna non c’è il rischio di trovarcelo come avversario, perché lui è in A, noi in Lega Pro.

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